Giovedì 7 giugno 2012 l’Associazione Trevisani nel
Mondo, sezione di Codognè, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, ha
incontrato Rita Doran Jacobs e suo figlio Jim, (accompagnato dalla moglie
Denise), residenti in Australia, ma giunti a Codognè alla ricerca delle proprie
origini familiari.
Rita è la pronipote di Antonio Bazzo e Teresa Maria
Buoro, contadini di Codognè, documentati nella frazione di Roverbasso, che nel
lontano 1880 salparono verso la Nuova Guinea (a nord dell’Australia) con la
speranza nel cuore di riscattare le loro vite ed il futuro dei loro figli.
L’intera famiglia Bazzo, infatti, aderì al progetto di colonizzazione nato
dalla follia del francese Charles Bonaventure du Breil, Marchese di Rays, e
come loro altre famiglie di Codognè e dei Comuni limitrofi. Sfortunatamente, si
trattò di una tra le spedizioni più tragiche della storia della migrazione
italiana.
Il Marchese di
Rays è noto per aver organizzato numerose spedizioni finalizzate a colonizzare
vari territori del Pacifico, nell’attuale area della Papua Nuova Guinea; tutte
dagli esiti disastrosi. Facendo leva sulle speranze e sull’immaginario della
povera gente di tutta Europa, egli promosse le false aspettative di grandi
possedimenti assegnati ai meno abbienti, di abbondanti e frequenti raccolti,
delle ottime condizioni di vita che quei paradisi così lontani avrebbero
permesso. Tuttavia, egli stesso non aveva mai visitato quella parte del mondo:
tutto era frutto della sua fervida fantasia e di letture parziali e
approssimative di lacunosi diari di viaggio. Purtroppo, quei territori si
caratterizzavano per condizioni climatiche pessime, che favorivano il
diffondersi della malaria; la vegetazione era impenetrabile e le piogge
tropicali rendevano i terreni non coltivabili; la presenza di indigeni che
praticavano il rito del cannibalismo non favoriva certo l’opera di
colonizzazione.
I Governi di
Francia e Italia non approvarono mai questi progetti, vi si opposero con ogni
mezzo, ma l’astuta campagna pubblicitaria montata ad arte dal Marchese e il
così generato seguito di povera gente che aveva già provveduto a liquidare
tutti i propri beni per pagare la quota del viaggio, così che tornare sui
propri passi era impossibile, gli resero davvero semplice organizzare ben 4
catastrofiche spedizioni, salpate per la maggior parte da Barcellona, alle
quali aderirono diverse famiglie di Codognè.
Il 9 luglio
1880, 340 veneti, tra cui la famiglia Bazzo, si imbarcarono sul vascello
“India” diretti nell’attuale Nuova Guinea per fondare il paradiso che si
sarebbe dovuto chiamare “Nuova Francia”, iniziando così la loro sventura. A
bordo le scorte alimentari e i medicinali erano insufficienti; già nella fase
della navigazione si registrarono le prime vittime. Arrivarono stremati a
destinazione il 14 ottobre 1880, ma alla vista di quelle avversità, le loro
speranze si infransero e iniziò una nuova e dura lotta per la sopravvivenza.
Dopo le continue epidemie e le morti, duecento deboli superstiti, mossi dalla
forza della disperazione, si opposero al comandante obbligandolo a far salpare
la nave “India” verso un territorio più salubre. Nel frattempo, la notizia
delle loro difficoltà fu comunicata al Governo Australiano che intercettò la
nave traendoli in salvo a bordo della “James Paterson” diretta a Sydney, dove
giunsero l’8 aprile 1881. Accolti e nutriti, poterono così riscattare le loro
esistenze. Cominciarono ad acquistare dei terreni lungo il fiume Richmond,
fondando una prima piccola comunità di veneti che nei 5 anni successivi divenne
una grande e prosperosa colonia denominata “New Italy”. A breve, la foresta
intorno si trasformò in lussureggianti frutteti, campi ben coltivati e
soprattutto vigneti, le cui barbatelle erano state sin lì trasportate
dall’Italia e tenacemente conservate nonostante tutte le avversità subite. Ben
presto, gli italiani si distinsero nella produzione di vino e nella coltura del
gelso e dei bacchi da seta. Il ruolo delle donne venete fu altresì prezioso per
“New Italy”: esse vengono tutt’ora ricordate come coloro che hanno reso
possibile il successo della colonia con la loro fedeltà, la loro collaborazione
continua, la loro tenacia e soprattutto il loro amore.
Documenti
dell’epoca attestano che la Famiglia Bazzo abitò a “New Italy”, eccetto una
figlia, Caterina, perché deceduta durante lo sfortunato viaggio in nave verso
la Nuova Guinea. Oggi “New Italy” è divenuto un sito museale e documentaristico
importantissimo per la storia della popolazione italiana in Australia, grazie
anche alle numerose attività di ricerca e di diffusione della memoria storica
che qui vengono promosse.
[Testo: Lisa Tommasella ]
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