giovedì 22 dicembre 2016

I PIONIERI DI "NEW ITALY". UNA STORIA DI MIGRAZIONE

 

Giovedì 7 giugno 2012 l’Associazione Trevisani nel Mondo, sezione di Codognè, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, ha incontrato Rita Doran Jacobs e suo figlio Jim, (accompagnato dalla moglie Denise), residenti in Australia, ma giunti a Codognè alla ricerca delle proprie origini familiari.

Rita è la pronipote di Antonio Bazzo e Teresa Maria Buoro, contadini di Codognè, documentati nella frazione di Roverbasso, che nel lontano 1880 salparono verso la Nuova Guinea (a nord dell’Australia) con la speranza nel cuore di riscattare le loro vite ed il futuro dei loro figli. L’intera famiglia Bazzo, infatti, aderì al progetto di colonizzazione nato dalla follia del francese Charles Bonaventure du Breil, Marchese di Rays, e come loro altre famiglie di Codognè e dei Comuni limitrofi. Sfortunatamente, si trattò di una tra le spedizioni più tragiche della storia della migrazione italiana.




Il Marchese di Rays è noto per aver organizzato numerose spedizioni finalizzate a colonizzare vari territori del Pacifico, nell’attuale area della Papua Nuova Guinea; tutte dagli esiti disastrosi. Facendo leva sulle speranze e sull’immaginario della povera gente di tutta Europa, egli promosse le false aspettative di grandi possedimenti assegnati ai meno abbienti, di abbondanti e frequenti raccolti, delle ottime condizioni di vita che quei paradisi così lontani avrebbero permesso. Tuttavia, egli stesso non aveva mai visitato quella parte del mondo: tutto era frutto della sua fervida fantasia e di letture parziali e approssimative di lacunosi diari di viaggio. Purtroppo, quei territori si caratterizzavano per condizioni climatiche pessime, che favorivano il diffondersi della malaria; la vegetazione era impenetrabile e le piogge tropicali rendevano i terreni non coltivabili; la presenza di indigeni che praticavano il rito del cannibalismo non favoriva certo l’opera di colonizzazione.

I Governi di Francia e Italia non approvarono mai questi progetti, vi si opposero con ogni mezzo, ma l’astuta campagna pubblicitaria montata ad arte dal Marchese e il così generato seguito di povera gente che aveva già provveduto a liquidare tutti i propri beni per pagare la quota del viaggio, così che tornare sui propri passi era impossibile, gli resero davvero semplice organizzare ben 4 catastrofiche spedizioni, salpate per la maggior parte da Barcellona, alle quali aderirono diverse famiglie di Codognè.

Il 9 luglio 1880, 340 veneti, tra cui la famiglia Bazzo, si imbarcarono sul vascello “India” diretti nell’attuale Nuova Guinea per fondare il paradiso che si sarebbe dovuto chiamare “Nuova Francia”, iniziando così la loro sventura. A bordo le scorte alimentari e i medicinali erano insufficienti; già nella fase della navigazione si registrarono le prime vittime. Arrivarono stremati a destinazione il 14 ottobre 1880, ma alla vista di quelle avversità, le loro speranze si infransero e iniziò una nuova e dura lotta per la sopravvivenza. Dopo le continue epidemie e le morti, duecento deboli superstiti, mossi dalla forza della disperazione, si opposero al comandante obbligandolo a far salpare la nave “India” verso un territorio più salubre. Nel frattempo, la notizia delle loro difficoltà fu comunicata al Governo Australiano che intercettò la nave traendoli in salvo a bordo della “James Paterson” diretta a Sydney, dove giunsero l’8 aprile 1881. Accolti e nutriti, poterono così riscattare le loro esistenze. Cominciarono ad acquistare dei terreni lungo il fiume Richmond, fondando una prima piccola comunità di veneti che nei 5 anni successivi divenne una grande e prosperosa colonia denominata “New Italy”. A breve, la foresta intorno si trasformò in lussureggianti frutteti, campi ben coltivati e soprattutto vigneti, le cui barbatelle erano state sin lì trasportate dall’Italia e tenacemente conservate nonostante tutte le avversità subite. Ben presto, gli italiani si distinsero nella produzione di vino e nella coltura del gelso e dei bacchi da seta. Il ruolo delle donne venete fu altresì prezioso per “New Italy”: esse vengono tutt’ora ricordate come coloro che hanno reso possibile il successo della colonia con la loro fedeltà, la loro collaborazione continua, la loro tenacia e soprattutto il loro amore.

Documenti dell’epoca attestano che la Famiglia Bazzo abitò a “New Italy”, eccetto una figlia, Caterina, perché deceduta durante lo sfortunato viaggio in nave verso la Nuova Guinea. Oggi “New Italy” è divenuto un sito museale e documentaristico importantissimo per la storia della popolazione italiana in Australia, grazie anche alle numerose attività di ricerca e di diffusione della memoria storica che qui vengono promosse.


[Testo: Lisa Tommasella ]

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